Istituto 3

La centralità delle famiglie

Lipari – Bambini e educatrici nella casa Madre

Assisi – Marcia della Pace (Foto OFM)
Assisi – Casa delle suore francescane dell’Immacolata Concezione di Lipari

I laboratori di creatività

In Italia, oggi, l’opera delle suore si concentra – dopo la chiusura degli orfanotrofi – nelle scuole dell’infanzia, nelle scuole primarie, nei laboratori della creatività, nelle case di riposo per anziani, nei rapporti con le famiglie, nel servizio nelle parrocchie a favore degli strati sociali più umili.

I “laboratori di creatività” sono strutture pensate e volute, a partire dagli anni 90, per bambini che non hanno ancora l’età per accedere alla scuola materna. Bambini dai 15 mesi ai due anni che, per le suore, rappresenta l’età in cui è più facile apprendere e sollecitare le loro potenzialità sia con momenti di ascolto, col disegno, la musica, il gioco, ecc. Il primo laboratorio nacque a Giarratana, un paesino della Sicilia in provincia di Ragusa di poco più di 3 mila abitanti. Dopo se ne crearono a Petralìa Sottana, Noto, Palermo, Lipari, Roma.

A Roma in particolare frequentano il laboratorio molti bambini di famiglie immigrate dell’est europeo, dell’Asia e dell’America Latina i cui genitori appena giunti in Italia, non avendo ancora un lavoro, non possono iscrivere i loro figli nelle strutture comunali e d’altronde hanno bisogno di lasciarli in custodia a qualcuno proprio per essere liberi di cercare una fonte di reddito.

Così le suore rappresentano un punto di appoggio per un primo insediamento ed una prima integrazione. Anche nelle scuola dell’infanzia e nelle scuole primarie, l’Istituto offre una proposta formativa ad un livello avanzato, con una didattica all’avanguardia, strutture accoglienti e tutta una serie di attività integrative – dalla musica, al disegno ed alla pittura, alla educazione motoria, allo studio dell’inglese, ecc. per contribuire allo sviluppo culturale, umano e spirituale del bambino.

E questo sia per le famiglie di ceto medio che possono pagare la retta per i propri figli, sia per le famiglie disagiate che non vi riescono a far fronte. Spesso queste scuole operano in realtà di forte disagio sociale come è per l’Istituto di Trapani dove, almeno un 30% dei bambini che frequentano, sono provenienti da quartieri e da situazioni familiari difficili.

La scuola è per l’Istituto un campo di formazione, ma soprattutto di apostolato, affiancando all’istruzione degli alunni l’appoggio e l’aiuto alle giovani famiglie, con una attenzione tutta particolare a quelle che vivono in situazione di disagio.

E proprio per le famiglie vengono programmati e realizzati momenti di incontro e di formazione. I genitori sono gli interlocutori preferiti con cui viene stabilita una forte intesa, una collaborazione responsabile che dura nel tempo e “uno spirito di famiglia” perché si vuole che ciascuno senta l’istituto come casa accogliente dove si vivono rispetto, cortesia e tolleranza.

Una delle esperienze più interessanti, sotto questo aspetto, è quella di Palermo. Qui la scelta è stata volutamente quella di rivolgersi ai figli delle famiglie di professionisti o di ceto impiegatizio, seguendo una intuizione di Florenzia che proprio a Palermo volle affrontare, attraverso l’educazione dei bambini, quelle povertà immateriali che già negli anni 30 cominciavano ad affliggere il ceto medio borghese.

E proprio a Palermo hanno preso il via, proponendosi anche alle altre case, alcune iniziative di forte mobilitazione degli alunni e delle loro famiglie come la marcia della pace e la mostra dei presepi. I frati francescani da vent’anni promuovono ad Assisi una loro marcia della pace e nel 2007, per la prima volta, vi hanno preso parte anche le nostre suore con le scuole.

I bambini in particolare delle ultime classi delle elementari, con gli ex alunni fino a 14-16 anni, hanno raggiunto Assisi in treno e poi hanno marciato dal convento delle suore fino a Santa Maria degli Angeli cantando e inneggiando alla pace. Quanto ai presepi, è da diversi anni che a Lipari si promuove una mostra dei presepi realizzati dall’Istituto nelle varie case con la partecipazione anche di realizzazioni fatte in Perù ed Australia.

A partire dal 2005 l’Istituto di Palermo ha voluto fare partecipare le sue classi a questa iniziativa proponendo a tutte le famiglie degli alunni di realizzare il presepe nelle loro case e poi allestire una galleria di foto presentando tutti i lavori.

Vi è stata una risposta notevole e le tre fotografie più significative sono state pubblicate sul sito della scuola palermitana: www.sanfrancescodassisi.it . Questo sito è anche lo strumento per organizzare incontri con le famiglie che si svolgono ormai con un certo ritmo, diverse volte l’anno. In questi incontri dalla trattazione dei grandi temi sui problemi delle famiglie si è passati ad incontri più aperti dove i genitori pongono dei quesiti attraverso il sito e questi vengono poi trattati nelle assemblee con il contributo di esperti.

Lo stesso modello della famiglia vale anche per le case di riposo. Agli anziani si offre un ambiente il più possibile familiare e rispondente ad ogni aspettativa, e le suore vi si dedicano ricordando quanto diceva Florenzia, cioè che devono essere “i luoghi dove si serve e si ama il Signore Gesù, ammalato sofferente e particolarmente bisognoso di assistenza”.

E siccome si è consapevoli che l’anziano tende via via a estraniarsi sempre più dal mondo esterno, la vita nelle case di riposo è animata da iniziative religiose ma anche di socializzazione e di ricreazione. La giornata è organizzata sul ritmo del rosario in comune, della liturgia, della messa, della partecipazione ai momenti forti dell’anno liturgico.

Ed è su questa trama che si collocano le feste per i compleanni, il gelato o il te pomeridiano, i lavori manuali per aiuti alle missioni, la partecipazione ai concorsi interni dell’Istituto…Aiuta, in questo impegno, per rendere viva ed attenta la giornata quotidiana degli anziani, il rapporto con i loro familiari sempre collaborativo, senza alcun limite d’orario, incoraggiando quelle attenzioni umane ed affettive che rendono più accettabile la sofferenza e il distacco dalla famiglia.

Negli istituti, dove le case di riposo vivono a fianco ad una scuola, si cerca di fare incontrare, specie nelle occasioni di festa, i bambini ed i ragazzi con questi anziani in modo da creare, fra loro, un rapporto familiare in un’atmosfera conviviale.

Come si vede, in questa società complessa ma anche fortemente permeata di individualismo, dove crescono le esperienze dei “single”, le suore fondano la loro strategia pastorale e di promozione sulla centralità della famiglia. E anche questa è un’altra sfida.

Certo, oggi la famiglia è in crisi e, con ogni probabilità, gran parte della crisi di significato e di valori diffusa fra le nuove generazioni ed evidenziata dal crescente consumo delle droghe e di quanto può favorire la fuga dalla realtà, dipende proprio dallo sfaldarsi e dall’ecclissarsi della realtà familiare sia come struttura educativa che come realtà relazionale.

Ma è praticamente impossibile pensare di educare i giovani, avviare con loro un processo di personalizzazione e di socializzazione, senza la collaborazione consapevole della struttura familiare. Per questo l’impegno educativo si sposa strettamente con una strategia di attenzione alla famiglia, di suo affiancamento nelle difficoltà che questa incontra sia nei rapporti con i figli sia in quello con gli anziani. La scuola, le case di riposo, l’assistenza e la ricerca di un rapporto con le famiglie fanno parte di un unico percorso educativo e pastorale allo stesso tempo.