Istituto 5

L’esperienza del Perù


Lima e San Minguel de El Faique (Perù settentrionale)

Lima – La casa delle suore francescane dell’Immacolata Concezione di Lipari
San Miguel de El Faique – La casa della salute
La scuola per i bambini

La missione in Perù

Non molto diverso è il discorso per quanto riguarda il Perù anche se le dimensioni di questo paese non sono quelle del Brasile che come estensione è più ampio dell’Europa di oggi, ed occupa circa metà del Sud America.

Comunque il Perù è, per territorio, il terzo paese dell’America del Sud, con i suoi 1285 mila chilometri quadrati ed una popolazione di 27. 950.000 abitanti e quindi una densità di 22 abitanti per kmq. Lima, la capitale, conta oggi circa 8 milioni di abitanti molti dei quali ammassati nelle barriadas, cintura di miseria che stringe la città.

Si tratta infatti di una metropoli cresciuta in modo disordinato, piena di problemi logistici ed urbanistici, carente di molti servizi. Essa fa parte della regione della costa che ha un clima temperato per la corrente di Humboldt, in realtà si tratta di un vasto deserto di sabbia disseminato di oasi fertilissime create dai numerosi fiumi che scendono dalle Ande.

Le piogge sono molto scarse ma oasi e canali di irrigazione permettono colture intensive e razionali di lino, cotone, riso, canna da zucchero, vite e olivo. La costa è dotata anche di ricchezze minerarie – petrolio, rame e minerale di ferro e industrie di acciaio.

La popolazione del Perù è composta per il 53% da indios, per il 24% da meticci , per 11 % da bianchi. Tasso di natalità 28,1%, tasso di mortalità 8,5% (certo inferiore al reale), mortalità infantile 94,8%. Il 70% dei bambini del proletariato muore prima dei due anni. L’80% della popolazione consuma 1000 calorie al giorno, meno del necessario, e il 60% è affetto da malattie di carenza e di tubercolosi.

L’analfabetismo supera il 60% anche se in teoria l’insegnamento elementare sarebbe obbligatorio e gratuito. Pur se con proprie caratteristiche il Perù si è sviluppato secondo il classico schema latinoamericano: dall’indipendenza dalla Spagna alla dipendenza dagli Stati Uniti.

L’economia ha ancora basi feudali: il signore feudale creolo è legato alla borghesia industriale, commerciale e finanziaria. Il latifondo domina ancora incontrastato, soprattutto nelle regioni più fertili, mentre sulla Sierra e sugli altipiani si coltivano i miseri campi a cipolla, orzo, e mais presi nelle spire di un’economia di sussistenza che non dà loro né i mezzi, né la voglia di scendere verso il mare.

Chi lo fa, spinto dalla disperazione, finisce inevitabilmente con l’ingrossare le file di un esercito di miserabili senza via di scampo che vive in quartieri emarginati. Il narcotraffico, il terrorismo, la corruzione della pubblica amministrazione e la disoccupazione specialmente giovanile sono i grandi flagelli degli ultimi vent’anni.

Negli ultimi anni col contenimento dell’inflazione, l’effettuazione di elezioni democratiche, la denunzia metodica e costante della violenza politica1 ed il reinserimento del paese nelle organizzazioni economiche mondiali, si manifestano i primi sintomi di una ripresa comunque molto difficile e contraddittoria.

La missione in Perù iniziò nel 1985. Secondo lo stile di Florenzia sarà la superiora generale ad accompagnare le tre consorelle destinate a promuovere questa nuova esperienza. Le suore arrivarono a Lima il primo luglio e dopo alcuni giorni di permanenza nella capitale per il disbrigo delle pratiche necessarie per il soggiorno, partirono per Piura una delle città più a nord del Paese e quindi l’11 luglio per San Minguel del Faique, la sede dove erano destinate. Le accompagnavano il Custode dei frati Minori in Perù e il parroco di Canchaque, la parrocchia dalla quale sarebbero dipese.

San Minguel del Faique è un piccolo paesino, anzi si potrebbe dire un agglomerato ( distrito) di villaggi ( caserios). Ne conta circa 45 per una popolazione che conta meno di 1.500 abitanti. E’ collocato sulla Cordigliera delle Ande a 1.600 metri di altezza, tutto circondato dalle montagne. Ha un municipio e la chiesa che rappresentano i centri della vita comunitaria.

Da alcuni anni vi è anche un centro sanitario, con un medico ed alcuni infermieri che si occupano degli interventi di prima necessità. Anche se l’analfabetismo è alto, soprattutto nella popolazione adulta, il paese conta anche una scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria. Inoltre, da alcuni anni, grazie anche al contributo delle suore, è stato creato un Istituto pedagogico intitolato a “Florenzia Profilio”.

La popolazione è costituita per il 90% da campesinos, contadini che si dedicano alla coltivazione della chacra, piccoli appezzamenti di terreno fertile, in mezzo alle montagne, dove vengono seminati mais, frumento, legumi, piante di caffé, bananeti, alberi da frutta tropicali.

Quando le suore arrivarono avevano il compito di realizzare il “piano pastorale” della diocesi di Chulucanas, alla quale appartenevano. Il tema era quello di una “nuova immagine di parrocchia” che si proponeva l’evangelizzazione e la promozione umana dei campesinos, perchè prendessero coscienza e da massa divenissero Popolo di Dio. A questo scopo i missionari visitavano – una, due volte l’anno – i circa 90 caserios che formavano la parrocchia sparsi sulla Cordigliera.

Oggi, nella missione, lavora una sola suora che si occupa della chiesa e della vita religiosa della comunità – il sacerdote viene una volta alla settimana per la messa – fa l’assistente sociale in collaborazione con i laici, e si interessa, insieme al medico, anche del centro sanitario, della pastorale della salute aiutando le persone bisognose di assistenza ed indirizzandole, quando necessario, all’Ospedale di Piura o in centri specialistici. Le suore hanno anche una casa a Piura, che è stata loro donata e che usano come centro di appoggio per il disbrigo delle esigenze in città.

La casa di Lima fu aperta il 25 giugno del 1988 su richiesta del parroco di Santa Maria de Jesus. Vi andarono a lavorare due suore per appoggiare l’opera di evangelizzazione e promozione umana in un territorio vasto circa 90 mila abitanti e per cooperare alla pastorale scolastica, con l’insegnamento della religione e della lingua italiana nella scuola parrocchiale frequentata da alunni della scuola dell’infanzia, della primaria e della secondaria.

La casa è collocata nella periferia nord di Lima, in un distretto che si chiama Carabayllo. La popolazione è costituita quasi totalmente da gente proveniente dalle zone della Cordigliera delle Ande e dalla foresta Amazzonica, costretta ad emigrare per cercare migliori condizioni di vita e di lavoro che purtroppo non trovano.

Vivono così in agglomerati che qui sono chiamati pueblo jovenes, in condizioni di estrema povertà, spesso peggiore di quella dei paesi di provenienza dove la terra poteva dare qualche sostegno alimentare, in casupole fatte con stuoie di canne o di cartone, in promiscuità di nuclei familiari costituiti anche da una decina di persone, carenti di qualsiasi norma igienica, senza acqua, senza luce.

Anche in questa parrocchia le suore hanno collaborato alla realizzazione del piano pastorale “Nuova immagine di parrocchia”, svolgendo inizialmente la funzione di responsabili dei 90 comedores miltifamiliares della parrocchia e in seguito come responsabili della liturgia con l’obiettivo di curare la formazione spirituale e catechistica dei liturgisti, dei ministri straordinari, dei catechisti e dei diversi movimenti esistenti in parrocchia.

Ma proprio questa attività pastorale ha portato sempre più le suore a contatto con situazioni gravi, di fronte alla realtà di bambini denutriti che soffrivano la fame, spesso raggruppati in bande, chiamate impietosamente piragna, perchè questi bambini cercano di sopravvivere rubando ed aggredendo.

Una realtà di forte emergenza che richiedeva un intervento umano e sociale più immediato. Così nell’agosto del 1991, in occasione della visita della nuova superiora generale venne acquistato un locale ed un terreno attiguo al convento. E il 25 luglio fu aperto il “Comedor infantil Madre Florencia” a favore dei bambini poveri ed abbandonati e subito si provvide alla distribuzione di pasti caldi a più di di 25 bambini provenienti dalle zone più povere.

In seguito, fu abbattuto il locale esistente e fu costruito un locale nuovo gradevole ed armoniosamente arredato, con un’ampia cucina, servizi igienici, docce e giardino. Con la collaborazione delle mamme dei bambini assistiti fu realizzato anche un micro progetto semestrale di lavorazione del cuoio, disegno e pittura su pergamena e lavori con iuta.

Consapevoli che oltre all’alimentazione i bambini richiedevano anche una formazione educativa e culturale che schiudesse loro la prospettiva di un futuro migliore, le suore pensarono di aiutare alcune famiglie a pagare gli studi per i loro figli, ma il tentativo si arenò di fronte ai pregiudizi ed alle reticenze degli interessati, comunque andò avanti una assistenza allo studio con la fornitura di libri di testo, quaderni, vestiario.

Oggi trenta bambini dai due ai 12 anni, con alle spalle una situazione economica molto precaria, frequentano il Comedor da lunedì a sabato in maniera assidua. Questo è sostenuto dalla congregazione e da un minimo contributo alimentare fornito dall’istituzione Pronaa.

Importante è però soprattutto la partecipazione e la collaborazione attiva delle mamme. Donne, spesso eroiche, che hanno alle spalle una situazione familiare molto difficile, che si sono lasciate alle spalle la cultura machista dominante, e seguono i microprogetti in cui sono impegnati i loro figli attraverso i quali le suore sperono di favorire il nascere di piccole attività di realizzazione e di commercio che potrebbero rappresentare una fonte di guadagno familiare.

1Nel 2007 è stato pubblicato per la seconda volta il rapporto della Commissione Verità e Riconciliazione che ha raccolto in nove volumi 17 mila testimonianze e parla di 69.280 vittime, tra moti accertati e desaparecidos,di cui 3 su 4 contadini ed indigeni, 7 mila la cui responsabilità viene attribuita alle forze di sicurezza dello Stato, ma i principali responsabili sono i terroristi di Sendero Luminoso con il 54% delle vittime. Cfr il sito “www.peacereporter.net “ lunedì 17.12.2007.